Biandino la prima neve

Val Biandino: 5 Novembre 2021 un giretto con la E-Mtb partendo da Introbio per saggiare la prima neve di stagione e ammirare scenari mozzafiato.

Gabriele Ardemagni

Val Biandino – Un occasione irripetibile quella di poter pedalare sulla prima neve di stagione nel mio luogo preferito, la Val Biandino si presenta ancora più affascinante di bianco vestita e con un cielo terso che solo le stagioni fredde possono restituire.

Introbio – 5 Novembre 2021, sono passate da poco le 11 quando decido di salire, ho un appuntamento nel primo pomeriggio, metto nello zainetto un eventuale cambio più pesante per il ritorno che so essere quasi tutto in ombra e parto

la strada carrabile si presenta umida nelle zone in ombra e ricoperta di foglie, superato il secondo ponte il paesaggio inizia ad essere visibile e restituisce i caldi colori dell’Autunno che emergono dal manto nevoso

poco prima della Baita Magni trovo già la prima neve, seguo le tracce lasciate dai fuoristrada spostandomi nel centro sulla neve quando l’acqua è ghiaccio, monto pneumatici più estivi che invernali

se resto dritto riesco ad avere trazione sulla neve ma appena ci si inclina l’assenza di tasselli laterali porta alla perdita rapida del controllo del mezzo, cosa che voglio ovviamente evitare

scordatevi le marce troppo spinte o l’aderenza viene meno, si sfrutta il motore della pedalata assistita per gestire al meglio le forze. e le energie scaricate sulla ruota posteriore

Appena si raggiunge la Bocca di Biandino si viene colpiti in pieno dallo spettacolo di questa valle, uno scenario unico che solo la montagna sa restituire

proseguo verso la chiesetta Madonna della Neve, appena dopo la neve alta circa 20 cm non è tracciata, sono le ore 12 circa mi fermo e mi godo il silenzio assoluto spezzato solo da un forte e gelido vento che proviene dal Pizzo dei Tre Signori, un vero Paradiso!

Scendo di nuovo alla Bocca e mi fermo a pranzare in rifugio, serve mettere qualcosa di caldo in pancia prima di affrontare la rapida ma lunga discesa.

Buona parte del ghiaccio si è sciolta rispetto a quando sono salito, fatti i primi 2 km circa si scende dalla quota neve, non mi fermo vado dritto verso il fondovalle, al prossimo giro!

NAPOLEONE ALL’AMBROSIANA. Percorsi della rappresentazione.

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Alla Pinacoteca Ambrosiana a Milano fino al 23 gennaio 2022

Gabriele Ardemagni

L’esposizione propone, attraverso dipinti, incisioni, disegni, relazioni, scritti satirici, libretti, opere teoriche a stampa e periodici, conservati alla Biblioteca e alla Pinacoteca Ambrosiana, un percorso sulla rappresentazione in età napoleonica a Milano.  Tra le curiosità, i guanti usati da Napoleone durante la battaglia di Waterloo.

Milano – Nell’ambito nelle celebrazioni promosse in tutta Italia dal Comitato per il Bicentenario Napoleonico 1821-2021, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ospita la mostra fino al 23 gennaio 2022

L’esposizione, curata da Francesca Barbieri e Alessandra Mignatti, con Annamaria Cascetta nel ruolo di responsabile scientifico, presenta incisioni, disegni, relazioni, scritti satirici, libretti, periodici e opere teoriche a stampa provenienti dal patrimonio della Biblioteca Ambrosiana nonché beni dalle collezioni di dipinti e cimeli della Pinacoteca.

Il variegato materiale consente un approfondimento sulla rappresentazione che, nella sua più vasta accezione antropologica, costituisce un osservatorio privilegiato sulle trasformazioni culturali che la città di Milano vive in epoca napoleonica.

Come si presenta, o meglio ‘rappresenta’, il nuovo potere? Come è percepito e a sua volta rappresentato?

La rassegna analizza diversi campi d’indagine, come lo sviluppo della festa e delle altre forme celebrative dalla Repubblica Cisalpina sino al Regno d’Italia,

o l’organizzazione dello spazio urbano che rivela, tra strutture effimere e permanenti, un assetto frutto di un profondo ripensamento.

Gli spettacoli teatrali, inoltre, con il loro fermento creativo, si pongono in dialogo con i grandi eventi del tempo e partecipano alla costruzione del nuovo cittadino.

La rappresentazione investe infine anche gli aspetti più quotidiani della vita, dalle nuove allegorie che compaiono in ambito burocratico sino alla moda per il vestiario e l’acconciatura.

Il percorso espositivo segue la successione cronologica degli eventi dalla Repubblica Cisalpina fino al Regno d’Italia e alla caduta di Napoleone, e si snoda tra i diversi campi di studio, che sono proposti parallelamente,

con accostamenti tra modalità di rappresentazione anche molto diverse.

Gli apparati per le feste, gli spettacoli teatrali, i nuovi spazi urbani mostrano richiami di forme e temi ricorrenti che si ripropongono nel tempo, tra cambiamenti e continuità.

Nella burocrazia napoleonica persino le allegorie presenti nella modulistica appaiono strettamente legate alle strategie di rappresentazione del potere. Non mancano tuttavia le voci fuori dal coro:

incisioni e scritti satirici percorrono tutte le fasi dell’epoca napoleonica, mostrando gli aspetti meno graditi del nuovo governo.

Propaganda, burocrazia, retorica, satira, moda e qualsiasi altra modalità di espressione condividono tuttavia una sorta di teatralizzazione che pervade ogni ambito:

la forma dialogica, la declamazione, il gusto per il costume e la scenografia sono il trait d’union che accomuna gli eterogenei materiali esposti.

Nelle prime sale della mostra si compie un itinerario che inizia con l’ingresso delle truppe francesi a Milano e giunge fino al 1814. Particolarmente degno di nota è l’ispirato ritratto di Napoleone dipinto da Andrea Appiani subito dopo l’arrivo dell’allora giovane generale in città.

Sono esposte incisioni firmate da importanti personalità artistiche dell’età neoclassica milanese, quali Alessandro Sanquirico e Gaspare Galliari, oltre a un disegno di Giovanni Perego

Sono idealmente parte del percorso espositivo le opere legate al periodo napoleonico presenti nelle sale successive della Pinacoteca, che sono segnalate al visitatore con il logo della mostra.

Vi sono anche alcuni celebri capolavori di diverse epoche che furonopreda delle spoliazioni napoleoniche in Ambrosiana e poi in parte restituite.

Tra i cimeli più preziosi i guanti indossati dall’imperatore durante la battaglia di Waterloo, epilogo della sua parabola.

Vi è infine un’appendice della mostra in sala Federiciana, dove sono presentati alcuni disegni del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, opera anch’essa coinvolta a suo tempo nelle spoliazioni napoleoniche.

Il percorso espositivo termina con alcuni approfondimenti sui temi anticipati nelle prime sale: dalle allegorie alla modulistica, alla moda, alla satira pungente sulla caduta di Napoleone.

BikeUp 2021

BikeUp 2021 torna dopo lo stop forzato del 2020 la rassegna sulle E-Bike a Bergamo.

Grande successo in crescita per la kermesse lombarda.

Gabriele Ardemagni

Bergamo – BikeUp giunta alla sua settima edizione, per la seconda a Bergamo dopo le prime cinque disputatesi aLecco, si è appena conclusa ed è già ora di tirare le somme. Innanzitutto ha avuto un importante aumento delle aziende espositrici provenienti da tutta Europa e soprattutto con la bellezza di ben 34000 visitatori nella tre giorni di kermesse.

La manifestazione aveva già ottenuto ottimi risultati nel 2019 dopo lo stop forzato del 2020, ma questa edizione ha battuto tutti i record di visitatori, (ben 34000), con 93 aziende presenti.

Molte delle aziende che esponevano le novità più recenti a BikeUp 2021 (alcune in esclusiva), sono Made in Italy al 100%. Motivo di orgoglio e segnale della voglia sempre maggiore di dimostrare di saper eccellere anche in questo campo.

BikeUp 2021 conferma la tendenza di tutte le fiere del settore attirando un numero sempre maggiore di appassionati e nuovi clienti senza limiti di età e classe sociale. Ho voluto personalmente cercare 3 modelli (più uno bonus), adatti a differenti tipologie di percorsi presenti in Valsassina, cosi da poter dare un idea più specifica di cosa si può fare con questi gioielli con pedalata assistita.

Non posso non partire con un azienda che ha catturato invidia a e ammirazione dalla maggior parte dei colleghi e dei visitatori, qui si gioca in casa, parlo della Vent con sede a Introbio e nello specifico dei suoi due modelli: LDV500 “The Beauty” e la sua versione più estrema la LDV500RR “The Best”. E-Mtb da Full Mountain ovvero adatte sia a percorsi fuoristrada in salita che in discesa, una bici equilibrata ma dotata di componentistiche di alto livello come un telaio monoscocca Full-Carbon a doppia culla (brevetto), motore Brose Drive S MAG da 250w e ben 90nm di coppia, batteria da 630w integrata nel telaio cosi come l’innovativo sistema di ammortizzazione TST (brevetto) inserito nel telaio di derivazione motociclistica e studiato per una guida divertente e precisa, all’anteriore un FOX 36 con escursione di 15cm, gomme Pirelli, cambio SRAM Eagle AXS. la versione RR più estrema ancora è dotata tra le altre chicche di un impianto frenante CNC.

Per tutti i dati tecnici e caratteristiche vi rimando alle loro schede tecniche qui https://ventbike.it/ldv500/ e qui https://ventbike.it/ldv500RR/

Dove andare con questa bici? Possiamo tranquillamente percorrere la maggior parte dei sentieri indicati per le due ruote anche quelli più ripidi e scomposti, non avremo mai problemi grazie alla componentistica ben assemblata e ad un peso intorno ai 21 Kg merito del carbonio, e una volta scesi con la bici bella sporca piazzarla davanti al bar in piazza per l’aperitivo, certi di attirare curiosi ad ammirare questo gioiellino Made in Italy. Appena potrò fare un test sul campo qui in valle realizzerò un articolo ad-hoc.

La Fulgur Cycles di Origgio in provincia di Varese propone due modelli l’enduro Mula in carbonio e 3 allestimenti della Tora una all-mountain, due E-Mtb indistruttibili motorizzate Polini Motori tutto all’insegna del Made in Italy. L’azienda costruisce e vernicia singolarmente ogni bicicletta dando quindi la possibilità al cliente, che sia questo un professionista o un privato, la possibilità di personalizzarla sia come componentistica che come colorazioni. I due esemplari in foto brillavano di luce propria, sono certo che anche incrostate di fango e polvere sanno catturare l’occhio anche di chi non esperto le vede sfrecciare su trail impegnativi.

Dove andare con queste bici? Sicuramente dove possiamo sporcarle il più possibile, considerate che la Mula é adatta per un pubblico preparato ed allenato e può essere alla portata di tutti, ovviamente, ma per sfruttarla a dovere occorre maestria nell’affrontare percorsi tecnici e veloci. L’ammortizzatore a molla posteriore non lascia spazio per nessun tipo di dubbio. Sono bici nate per essere sfruttate e maltrattate sicuri di ricevere in cambio ottime risposte in termini prestazionali grazie anche ai soli 20 Kg di peso. La Tora dal canto suo promette di potersi districare nella maggior parte delle situazioni che ci si può ritrovare ad affrontare avventurandosi per sentieri e trail montani

https://www.fulgurcycles.it

FM Bikes è la bici che ho potuto provare in un giretto verso Bergamo Alta e ritorno

ovviamente non è il suo ambiente ma ero curioso di poter salire in sella a questo marchio italiano

Michele Favaloro costruisce telai artigianali da 25 anni,

è uno dei pochissimi artigiani che costruisce da zero bici in Italia e lo fa a Manerba del Garda BS

L’esemplare che vedete nelle foto è la VENOM

con batteria da 720W, motore POLINI EP3+ MX DA 90 Nm, Telaio in alluminio con tubazioni dedacciai 7003, Ammortizzatore RockShoks Super Deluxe.

questo modello viene realizzato esclusivamente su misura del rider,

è perfetta per percorsi all-mountains come ad esempio una bella salita ripida seguita da una discesa scomposta con fondo mosso.

https://www.fm-bike.com/schede/e-bike-full-e-bike-venon-new-model-664.html

BONUS – vi avevo promesso un bonus eccolo qui, le foto parlano da sole ma è meglio spiegare cosa state vedendo: Trac3 E-Bike E-Trike MTB è il nome di questo modello unico nel suo genere costruito a Castel Maggiore nel bolognese, promette grande divertimento sulla neve e sulla sabbia principalmente le 2 batterie in dotazione il peso si attesta sui 30kg dando quindi la possibilità di caricare la bici sugli impianti di risalita. I due avantreni si inclinano indipendentemente restituendo cosi il feeling di una normale 2 ruote con alcuni vantaggi su terreni difficili che possiamo benissimo immaginare. Sul loro sito ci sono foto che ritraggono varie situazioni di impiego, la vedrei benissimo ad esempio per salire ai Piani Bobbio o Artavaggio e perché no dalle da Paglio alle Betulle! Ovviamente non sulle piste da sci,mi raccomando! A meno che in futuro non diventi una vera e propria disciplina e allora assisteremmo a piste dedicate

https://trac3.bike

In questo mio articolo ho preferito dare spazio a brand Made in Italy meno noti rispetto ad altri più storici e conosciuti, l’elenco degli espositori infatti è stato decisamente ampio, per citare alcuni brand: Atala, Bianchi, Bottecchia, Whistle, Scott, Fimm, Haibike, Ghost, FM, Trek, Thok, Bergamont, KTM, Riese&Muller.

www.bikeup.eu

“Ti parlo di Lecco”, visite guidate alla scoperta della città

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Il primo evento sabato 30 ottobre dalla foce del Gerenzone alla foce del Bione

Il Comune di Lecco, in collaborazione con il consorzio Consolida società cooperativa sociale, ha programmato da fine ottobre a fine novembre una serie di visite guidate, per conoscere le bellezze artistico e culturali della città. Gli eventi di “Ti parlo di Lecco” hanno l’obiettivo di promuovere una nuova forma di turismo esperienziale ed emozionale sul territorio rivolte a tutti, secondo le proprie aspettative e preferenze.

“Allarghiamo lo sguardo proponendo ai lecchesi e ai turisti nuove possibilità per scoprire il territorio – sottolinea l’assessore all’Attrattività territoriale del Comune di Lecco Giovanni Cattaneo. Siamo una città in cui è bello stare all’aria aperta, camminare vicino al lago e salire verso la montagna. In mezzo tanti tesori artistici e storici che gli accompagnatori turistici ci aiuteranno a riconoscere così che, quando torneremo a casa, tutti avremo più elementi per dire: ti parlo anch’io di Lecco!”.

Il primo appuntamento è in programma sabato 30 ottobre con “La Lecco del ferro e della seta”, dalla foce del Gerenzone alla foce del Bione, tra i monumenti del lungolago e i paesaggi manzoniani sull’Adda: un itinerario alla scoperta della tradizione industriale antica di Lecco, legata al ferro e alla seta e generata dallo sfruttamento dei torrenti Gerenzone, Caldone e Bione e, sino a metà Ottocento, dalla ricchezza di ferro nelle miniere della Valsassina e di gelsi in tutto il territorio lecchese. Domenica 7 novembre la seconda visita: “Nati in salita”, un itinerario alla scoperta di un territorio che ha fatto crescere i più grandi alpinisti di tutti i tempi con l’obiettivo è scoprire la tradizione alpinistica lecchese, una storia di eccellenza e di fama mondiale determinata dalle condizioni favorevoli e uniche che i grandi alpinisti del territorio hanno trovato a Lecco. Si prosegue sabato 13 novembre con “La Lecco di Orlando Sora”, alla scoperta del pittore e dei suoi capolavori in città: riscoprire un pittore che a Lecco ha lasciato grande traccia di sé in diversi monumenti ed edifici religiosi e civili. L’ultimo appuntamento è in programma  domenica 21 novembre con “Di pietra e bronzo”: Lecco, storie curiose e personaggi illustri in un racconto attraverso i monumenti del lungolago che propone la storia di Lecco dalla prospettiva degli uomini illustri che, con il loro vissuto e il loro operato, hanno creato un legame indissolubile con la città.

I dettagli delle escursioni, luoghi, orari e mezzi di trasporto, sono consultabili sui canali Facebook e Instagram di Infopoint Lecco. La partecipazione è gratuita su prenotazione, fino a esaurimento posti entro le 17 del giorno precedente la visita, chiamando il numero di telefono 0341 481485.

Accordo fra Basket Lecco e Starlight Valmadrera

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Di Paolo Galbiati

 Storica collaborazione nel minibasket fra le società cestistiche del bacino lecchese

Valmadrera – Una stretta di mano per portare avanti un progetto basato sulla crescita fisica, sportiva e comportamentale di ragazzi e ragazze della provincia con un progetto che prevede la sinergia fra i rispettivi Centri Minibasket, serbatoi importanti, necessari e concreti per la formazione di squadre giovanili, con la finalità di ampliare l’attenzione dei giovani verso il gioco della pallacanestro.

E’ così che i due presidenti “Tallarita e Scelfo” hanno rinsaldato i rapporti sul parquet dopo la forzata pausa pandemica e la rallentata e prudente ripartenza a garanzia di un movimento territoriale che sul bacino lacustre continua a segnare partnership importanti dopo Lierna, Mandello del Lario e Lecco con Aurora San Francesco, nonché Polisportiva Valmadrera e A.S.D. Valsassina.

Dopo che la scorsa stagione Basket Lecco ha deciso di rinunciare temporaneamente a campionati di categorie senior per concentrarsi in una rinascita del settore giovanile e del minibasket puntando su uno staff di qualità ed un consolidato gruppo di dirigenti, stiamo sempre più dialogando con le società che hanno sempre mostrato spirito di collaborazione – ricorda il presidente della società lecchese – ed era il momento di incominciare a concretizzare i primi passi”.

Gli ha fatto eco il presidente valmadrerese sottolineando che “pur con strategie e politiche di crescita che ciascuna società rispetta al proprio interno come individuali, lo spirito giusto consiste nel collaborare e reciprocamente essere attenti alle esigenze di altre realtà che sul territorio hanno forte impatto nel campo della pallacanestro favorendo utili scambi ed interazioni fra coach e dirigenti in favore della crescita della gioventù del territorio”.

Lares Brusàa

Lares Brusàa dall’Alpe di Paglio ai Piani delle Betulle e al Rifugio Ombrega a piedi o con la E-Mtb

Gabriele Ardemagni

Alpe di Paglio – Un simpatico giro ad anello passando dal Lares Brusàa con numerose varianti ci permette di godere del panorama su entrambe le vallate della Valsassina e su tutte le sue cime dalle Grigne al Legnone e il Pizzo.

Alpe di Paglio – Lasciata la macchina al parcheggio dove si paga nei prefestivi e festivi e Estate Inverno tutti i giorni,

in questo caso € 3,00 la tariffa giornaliera, si possono fare due varianti principali:

A piedi si segue la carrabile fino alle Betulle passando per un bel bosco ricco di sculture ricavate da alcuni alberi e poi dal

Parco Avventura per bambini e ragazzi, oppure risalendo la ex pista da sci che porta su fino quasi al Monte Cimone di Margno

Con la E-Mtb seguire la carrabile a meno che vogliate fare un Up-Hill sconsigliassimo…

Arrivati nel primo caso al Pian delle Betulle, con la sua inconfondibile chiesa dedicata agli Alpini e lo stagnetto,

si prosegue attraversando il prato riprendendo la carrabile che va verso l’Alpe Ortighera,

in alternativa c’è un sentiero che passa più in alto al bivio che vi porta un paio di tornanti più in alto dell’Alpe Ortighera congiungendosi poi con il precedente,

con E-Mtb consiglio di seguire la carrabile.

La carrabile prosegue a un altro bivio, a destra a poche centinaia di metri l’Alpe Oro mentre a sinistra le indicazioni per il Rifugio Ombrega

seguite queste ultime e fatto altro tornante verso destra si inizia a salire verso il bivio dove troverete la cappellina degli Alpini,

a sinistra si passa dall’altro versante e si scende verso il Rifugio Ombrega mentre risalendo dopo la cappellina troveremo il Lares Brusàa a sinistra appena dietro la crestina,

raggiungibile sia a piedi che in E-Mtb.

Se invece siete saliti dritti da Paglio al Monte Cimone, non é dove arriva la seggiovia che parte dalle Betulle ma la cima successiva,

potete proseguire in cresta risalendo una terza cima e infine arrivati al bivio con la cappellina risalire la quarta (Pizzo di Olino) e avrete raggiunto alla vs sinistra il Lares Brusàa.

Giunti a questo mitico larice vittima di fulmini, (cosi si racconta), possiamo proseguire per la cresta del Pizzo di Olino scendendo poi all’altezza della Bocchetta d’Olino

oppure raggiungerla tornando al bivio della cappellina e riprendendere la carrabile direzione rifugio.

Sconsiglio a chiunque di fare la discesa alla bocchetta in bici, riprendete la carrabile.

Dalla Bocchetta d’Olino si raggiunge velocemente un altro bivio, a sinistra si scende verso l’Alpe Dolcigo dove producono ottimi formaggi di capra orobica,

a destra le indicazioni Rifugio Santa Rita e Pizzo dei Tre Signori passando dalla Bocchetta di Agoredo,

teniamo al carrabile principale centrale in direzione del Rifugio Ombrega che da qui ormai dista ancora poca strada.


Il rifugio è stato rifatto di recente ed è molto accogliente e con un menù sempre di livello e legato alle tipicità valsassinesi,

ha parecchi posti sia all’interno che all’esterno quando la stagione lo consente.

Si trova ai piedi del Pizzo Cornagera che lo divide dalla Valbiandino e dalla parte opposta

si affaccia sulla Val Marcia e su Premana e il Legnone.


Al ritorno questa ultima volta abbiamo optato per la cresta tornati al Lares Brusàa siamo saliti sulla prima cima tenendo il sentiero che passa a destra dei due tavoli al bivio della cappellina,

si scende per risalire sul Cimone di Margno per poi scendere dove c’é la salita della seggiovia sopra alle Betulle e tenendo la destra siamo scesi dalla vecchia pista in disuso di Paglio arrivando direttamente al parcheggio e godendoci il panorama del Legnone.

Alcuni scatti durante il percorso in E-Mtb

Qui di seguito invece alcuni scatti fatti tra Gennaio e Febbraio 2021 in condizioni di neve e tempo splendido.

Giornata di studi degli Amici della Torre in memoria di Selva e Invernizzi

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Prevista  a Primaluna sabato 9 ottobre dalle 15 alle 18 presso il salone del Cine-Teatro.

PRIMALUNA – L’associazione Amici della Torre intende ricordare con affetto e riconoscenza Flavio Selva e Pierfranco Invernizzi, dedicando alla loro memoria una giornata di studi che avrà luogo presso il Cine-Teatro di Primaluna sabato 9 ottobre 2021 dalle 15 alle 18. Sono in programma otto brevi relazioni che hanno come scopo quello non solo di ricordare i due cari e indimenticabili amici di cui sono state apprezzate negli anni le qualità umane e professionali ma anche di approfondire alcuni temi cari a Flavio e a Pierfranco. “Quest’anno ci hanno lasciato Flavio Selva e Pierfranco Invernizzi, che sono stati le due colonne portanti del sodalizio primalunese degli “Amici della Torre” da loro guidato per più mandati con passione, dedizione e tanto amore per la loro valle. Profondi e appassionati conoscitori di cose valsassinesi, nonché instancabili raccoglitori di tradizioni, memorie e oggetti della cultura materiale (si pensi alla raccolta museale di Primaluna), si sono sempre spesi generosamente per far conoscere e valorizzare il ricco patrimonio valsassinese che sapevano trasmettere a tutti con un linguaggio semplice, chiaro e piano. La loro presenza era, all’interno dell’associazione, sempre costante, attiva, generosa, amicale e discreta con conferenze, mostre, visite guidate, incontri nelle scuole ecc.”.

Marco Sampietro si occuperà dell’origine e del significato di alcuni microtoponimi valsassinesi (Crevesto, Olino, Dolcigo e Òmbrega); Lorenzo Greco racconterà la storia dell’ultimo orso ucciso in Valsassina; Luigi Galperti presenterà i fiori delle Grigne; Libero Ghisalberti parlerà di una delle passioni di Flavio: i funghi; Monica Minonzio e Carlo Pirovano parleranno dei Della Torre dalla Valsassina alla Signoria di Milano; Marco Tizzoni ricorderà il suo incontro con Pierfranco in una miniera della Valsassina; il figlio Tomaso Invernizzi racconterà aneddoti della vita lavorativa del padre; Matteo Lambrugo parlerà delle miniere di barite riprendendo una conferenza tenuta insieme allo stesso Pierfranco.

Questa giornata di studi sarà occasione per l’associazione di ripartire con le attività culturali dopo un anno e mezzo di emergenza sanitaria.

L’evento si svolgerà nel rispetto delle norme vigenti anticovid. E’ obbligatorio il Green Pass. E’ consigliata la prenotazione (amicitorreprimaluna@gmail.com).

San Calimero

San Calimero Da Baiedo ai Piani di Nava per salire alla chiesetta dal tetto rosso e scendere prima al Pialeràl e poi a Pasturo.

Gabriele Ardemagni

Valsassina 25/09/2021: Piccolo anello partendo da Baiedo 600m – Piani di Nava 1200m – San Calimero 1493m – Pialeràl 1400m – Pasturo 600m,

totale circa 13km, tempo di percorrenza 4:08 più soste pranzo al sacco alla chiesetta e caffè e torta al Rifugio Antonietta al Pialeràl.


Nubi dense dalle Grigne, ma giornata vivibilissima tranne che nella tarda mattinata, davvero calda per la stagione. Ancora presto per identificare bene i colori dell’autunno, ma qualche accenno di foglie gialle e rosse ci fa ben sperare.

Baiedo – Lasciata la macchina nel parcheggio ci si incammina verso i Piani di Nava, la strada una carrabile piena di ripidi e stretti tornanti ci porta rapidamente in quota nella piccola valle verdissima,

arrivati al primo bivio prendiamo il sentiero che risale verso sinistra, (dritto e poi per altri bivi si raggiunge il Rifugio Riva), ci attende un altro percorso abbastanza ripido nel bosco.

Ultima curva ed ecco apparire l’inconfondibile tetto rosso della chiesetta che domina questa parte di valle ai piedi della Grigna Settentrionale.


Qui troviamo un tavolo con due panche per ristorarci con un pranzo al sacco,

la vista su Introbio e su tutti i comuni e monti circostanti appaga la vista e ripaga gli sforzi fatti per raggiungere questo punto panoramico a oltre 1500m.

Un panino e si riparte verso il Pialeràl seguendo la Traversata Bassa, i paesaggi cambiano di continuo.


Dalla località Prabello di Sopra iniziamo a scendere verso il Pialeràl che già si intravede dietro la prima curva appena ripartiti da San Calimero,

prendiamo il sentiero a monte che taglia un paio di corsi d’acqua attraverso pietraie abbastanza ostiche, raggiungiamo il bivio Valle Acqua Fredda.

Una breve sosta al Rifugio Antonietta e poi si riparte per scendere a Pasturo e chiudere l’anello, si scende dal laghetto dell’Alpe Cova

inizialmente prendendo la strada e alla prima curva seguiamo la mulattiera sulla sinistra per Pasturo, più sotto sbuchiamo ancora sulla strada e ancora prendiamo la mulattiera che prosegue sempre sulla sinistra.

Lo Sci Club Primaluna Giovanni XXIII festeggia il mezzo secolo di vita

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Il 1° ottobre 1971 nasceva a Primaluna lo sci club

Di Sandro Marongiu

 Sul portale Lecconews, la storia dello Sci Club raccontata da Sandro Marongiu

PRIMALUNA – Dopo aver festeggiato il 50° anniversario del Centro Sportivo Culturale di Cortenova, ecco che un’altra importante realtà del territorio taglia lo stesso traguardo, lo Sci Club Primaluna ha festeggiato ieri, 1° ottobre, i 50 anni di fondazione.

E’ passato mezzo secolo da quando un gruppo di appassionati fondò il sodalizio sportivo, allora presieduto da Agostino Tantardini e che adesso, da ben 25 anni, vede alla guida Piero Colombo, con le parentesi nel corso degli anni che hanno visto alternarsi Valerio BaruffaldiGiovanni MelesiElio Maroni.

Lo sci nordico è sempre stata l’attività principale del sodalizio, e a dimostrazione di ciò la lunga storia dell’organizzazione del “Gran Premio Primaluna” che ha visto lo stop negli ultimi anni causa restrizioni Covid e mancanza di neve. Anche gli appassionati della corsa però, nel periodo in cui non c’era neve e la preparazione si svolgeva prevalentemente di corsa, non disdegnavano le corse a piedi come i campionati valsassinesi di cross e tante non competitive, molto in voga in quei anni. Non sono mancate le collaborazioni ad altre attività come il torneo di calcio dell’oratorio e l’organizzazione di gare podistiche come la “Tra prati e boschi” disputata per tre edizioni a cui partecipava un numero considerevole di atleti.. per il quale collabora per le notizie sportive. Non avendo voluto copiare l’intero testo e per cortesia verso la testata amica, verso l’autore, ma soprattutto verso lo Sci Club indichiamo il link per leggere e sfogliare la testimonianza di Sandro Marongiu: https://lecconotizie.com/sport/valsassina-sport/lo-sci-club-primaluna-giovanni-xxiii-festeggia-il-mezzo-secolo-di-vita/

“Per Le Vie del Viandante”: quattro giornate tra lago e montagna

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Benessere, trekking, cultura e sport nei fine settimana di ottobre

 Promosse dal Comune di Lecco, in stretta collaborazione con il Consorzio Consolida Società Cooperativa Sociale e i partner del progetto Interreg, è in programma nel mese di ottobre “Per Le Vie del Viandante”, con una serie di giornate di benessere, trekking, cultura e sport, alla scoperta delle bellezze naturali e culturali lungo il cammino.

Gli eventi sono organizzati nella cornice del programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2014-2020, con l’obiettivo di promuovere una nuova forma di turismo esperienziale ed emozionale sul territorio rivolte a tutti, secondo le proprie aspettative e preferenze.

“Il modo più bello per far conoscere casa nostra – sottolinea l’assessore all’Attrattività del Comune di Lecco Giovanni Cattaneo – è invitare qualcuno a scoprirla insieme a noi, magari con annesso un bel pranzo. Allo stesso modo vogliamo promuovere il nostro territorio: invitiamo i turisti vicini e lontani a vivere una delle quattro esperienze previste lungo le Vie del Viandante nel mese di ottobre. Sport, natura e movimento per ogni età immersi nei colori dell’autunno: un’occasione anche per tanti lecchesi per scoprire il bello vicino a casa!”

Si parte sabato 9 ottobre con due appuntamentibiking&stretching sul Sentiero di Leonardo, rivolto a coloro che intendono rilassarsi e fuggire alla quotidianità con qualche ora di pedalata intorno ai laghi di Garlate e Olginate, una sessione di stretching nella natura e una tappa al Monastero del Lavello. Sempre sabato 9 ottobre spazio a un’escursione a Chiavenna, lungo la via Spluga e via Francisca, passando per nuclei storici come i crotti di Bette e di Mese: un’escursione facile, ad anello adatta a tutti, per immergersi nella natura, attraversando prima il Fiume Mera e poi il Liro.

Sabato 16 ottobre è in programma una visita guidata naturalistica all’interno della Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola, un complesso di luoghi caratterizzati dalla presenza di habitat e specie, sia animali sia vegetali, di interesse comunitario, la cui fruizione è quella di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità presente sul continente europeo.

La serie di appuntamenti si chiude domenica 24 ottobre con un percorso escursionistico lungo il tratto Lecco-Abbadia, anche per celebrare la recente conclusione dei lavori di collegamento del Sentiero del Viandante, ora interamente percorribile: passeggiando tra le acque del Lario e pareti verticali, sarà possibile visitare il piccolo borgo di Borbino con le sue vecchie case.

I dettagli delle escursioni, luoghi, orari e mezzi di trasporto, sono consultabili sul sito www.leviedelviandante.eu e sui canali Facebook e Instagram di Infopoint Lecco. La partecipazione è gratuita su prenotazione, fino ad esaurimento posti, chiamando il numero di telefono 0341- 481485.